TITOLO:
The Maze Runner - Il Labirinto
AUTORE:
James Dashner
PUBBLICAZIONE:2014
EDITORE:
Fanucci
PAGINE:432
TRAMA
Quando Thomas si sveglia, le porte dell'ascensore in cui si trova
si aprono su un mondo che non conosce. Non ricorda come ci sia
arrivato, nè alcun particolare del suo passato, a eccezione del
proprio nome di battesimo. Con lui ci sono altri ragazzi, tutti nelle
sue stesse condizioni, che gli danno il benvenuto nella Radura, un
ampio spazio limitato da invalicabili mura di pietra, che non
lasciano filtrare neanche la luce del sole. L'unica certezza dei
ragazzi è che ogni mattina le porte di pietra del gigantesco
Labirinto che li circonda vengono aperte, per poi richiudersi di
notte. Ben presto il gruppo elabora l'organizzazione di una società
ben ordinata e disciplinata dai Custodi nella quale si svolgono
riunioni dei Consigli e vigono rigorose regole per mantenere
l'ordine. Ogni trenta giorni qualcuno si aggiunge a loro dopo essersi
risvegliato nell'ascensore. Il mistero si infittisce un giorno,
quando - senza che nessuno se lo aspettasse- arriva una ragazza. E'
la prima donna a fare la propria comparsa in quel mondo, ed è il
messaggio che porta con sè a stupire, più della sua stessa
presenza. Un messaggio che non lascia alternative. Ma in assenza di
altri mezzi visibili di fuga, il Labirinto sembra essere l'unica
speranza del gruppo... o forse potrebbe rivelarsi una trappola da cui
è impossibile uscire.
Bentornati lettori, oggi ci occupiamo di The Maze Runner, ormai
conosciuto per l'acclamata uscita cinematografica. Lo avete letto? O
avete già guardato il film? Io ho fatto il madornale errore di
vedere prima il film e poi leggere il romanzo. Soffro. Lo so, lo so
non si fanno queste blasfemie! Ecco cosa ne penso del romanzo!
Partiamo!
Sarò sincera, non mi ha fatto impazzire. Sarà che dalle recensioni
che ho letto mi aspettavo di più, sarà che avendo prima visto il
film (oltretutto piuttosto fedele e fatto molto bene) sono stata
condizionata, ma ahimè non mi ha conquistato. La storia è
avvincente, carica di emozioni, molto adrenalinica e l'idea di
scoprire un nuovo mondo distopico dopo essermi innamorata degli ormai
classici Hunger Games e Divergent mi è piaciuta tanto, anzi credo
proprio che sia questa atmosfera di apocalisse vissuta, di mistero,
crudeltà e catastrofe che mi ha accompagnato durante l'intera
lettura a spingermi ad arrivare fino in fondo e sopratutto a decidere
di proseguire con il secondo libro. All'incirca la prima metà del
libro è carica di...angoscia. Ecco, la sensazione con la quale ho
letto questo libro è stata proprio l'angoscia, credo sia per questo
che non mi abbia entusiasmato. Tutti i distopici devono avere una
vena oscura e carica di catastrofe, quindi non mi ritengo
intollerante al genere- ripeto che ho amato Hunger Games, e quindi
posso comprendere l'angoscia della catastrofe e del non lieto fine-,
ma ho trovato la narrazione, lo stile di scrittura piuttosto freddo,
privo di emozioni se non proprio questa pressante e imminente
angoscia e paura dell'ignoto. Tuttavia nonostante questo la fame di
risposte e tutti i punti interrogativi che alleggiano sono
motivazioni più che valide per rimanere colpiti dalla Radura, dal
Labirinto ed è quindi impossibile non lasciarsi coinvolgere dai
misteri che avvolgono l'intera trama. Inoltre dal momento in cui
dalla scatola, o dall'ascensore che dir si voglia, spunta una ragazza
tutto cambia: il Labirinto, il macabro gioco in cui tutti i ragazzi
sono coinvolti e la loro stessa esistenza legata alla Radura sta per
finire, e l'unico modo che hanno per reagire e forse per sopravvivere
e proprio inoltrarsi nel Labirinto stesso di cui hanno così tanta
paura.
"- La fuori c'è il Labirinto- sussurrò Newt, con gli occhi
spalancati, come se fosse in trance. - Tutto ciò che facciamo,
tutta la nostra vita, Fagio, gira intorno al Labirinto. Ogni santo
secondo di ogni santo giorno noi lo passiamo in onore del Labirinto,
cercando di risolvere qualcosa che non ci ha mostrato di avere una
cacchio di soluzione, sai? E vogliamo farti vedere perchè è meglio
che tu non vada a metterci le mani. Mostrarti perchè quei fottuti
muri si chiudono ogni notte. Mostrarti perchè non dovresti mai e poi
mai portare le chiappe là fuori.-"
Anche
lo stile di scrittura credo abbia inciso molto sul mio giudizio. Le
idee di base, seppur con qualche critica, sono originali e
accattivanti, spingono il lettore curioso ad avanzare senza dubbio
fino in fondo, ma le descrizioni della popolazione che si è creata,
le descrizioni della Radura stessa sono dozzinali, troppo
superficiali. Già l'intera storia è un'intricata rete di misteri,
di domande in cui il lettore cerca di farsi un'idea e un tracciato
mentale se in più non visualizza chiaramente le ambientazioni...beh
auguri! Oltretutto le molteplici domande che il lettore stesso si
pone, se le fa lo stesso Thomas, peccato che più o meno per l'intera
durata del libro nessuno risponde in modo esaustivo ai suoi quesiti,
viene messo sempre a tacere dagli Anziani, e con l'andare del tempo
diventa molto fastidioso. Io mi sono addirittura irritata, vedete
voi. Vogliamo poi parlare dello slang di
discutibili origini con cui parlano i personaggi? Altro che
irritazione, mi stavo proprio incavolando. Pive,
sploff, testa di sploff, Fagio, caspio... ma allora! Che roba è?!
Oltretutto sono tutte terminologie che già
dalle prime pagine compaiono a raffica, e ricordo che la situazione è
tragica!
"Mi chiamo Thomas, pensò. Quella...quella era l'unica cosa
che riuscisse a ricordare riguardo la sua vita. Non capiva come
potesse essere possibile. I suoi pensieri furono inondati dalla
consapevolezza di fatti, immagini, ricordi, e dettagli che
riguardavano il mondo e il suo funzionamento. Tuttavia non sapeva da
dove venisse o come fossse finito in quell'ascensore buio, o chi
fossero i suoi genitori. Non sapeva neanche quale fosse il suo
cognome."
Il lettore parte in sincrono con la situazione destabilizzante di
Thomas, si mette nei suoi panni sentendosi quindi frastornato,
confuso, pieno di domande, e in più si deve trovare a che fare con
una marea di ragazzini non solo sconosciuti, ma che parlano in modo
molto più che bizzarro! Ma allora!? Ripeto: molto innervosita. Come
se non bastasse sembra che l'autore sia stato poco generoso anche con
la descrizione dei personaggi. Sembra come se non volesse dargli modo
di esprimersi in toto, anche con Thomas e Teresa che in fin dei conti
sono i punti fondamentali di tutta la faccenda sembra non volere
sprecarsi in descrizioni, in informazioni in più. Ho trovato quindi
anche una carenza di contenuti sotto questo punto di vista, non si
possono trattare i personaggi, specialmente i protagonisti, come
delle semplici comparse. Voglio sapere i come, i perchè, i quando e
tutto insomma! E per aggiungere una lamentela caratterizzata dal mio
odioso sarcasmo: possibile che i personaggi secondari, e quindi tutti
i ragazzi della radura, siano stati considerati poco meno di niente?
Insomma tutto ciò che è venuto in mente di fare a Thomas in meno di
un mese a nessuno dei tanti presenti è venuto in mente di fare in
due anni di reclusione nella Radura? Passano un pò come degli idioti
e non lo sono, basta pensare a Newt che avrei preferito fosse
appronfondito forse pià di chiunque altro.
Capisco anche che avendo deciso di oscurare il passato e i ricordi di
ogni ragazzo, rendendo tutto un pò anonimo e sempre misterioso, se
si concedeva qualche informazione in più andava a rovinare l'aria di
suspance che ha creato, ma non ha forse esagerato? Io credo proprio
di sì. Ecco fondamentalmente credo che l'errore madornale
dell'autore sia stato proprio quello di estremizzare in questo modo
il concetto di ignoto, di mistero e anche di paura, ignorando aspetti
fondamentali della storia e rendendo sin troppo faticosa e dura da
digerire la lettura. Il mio voto quindi non è dei migliori, e
concedo un mezzo punto perchè voglio dare fiducia alla saga e
ripongo speranze nel secondo capitolo! Speriamo!
Il MIO VOTO
Ho recensito questo libro un po' di tempo fa e devo dire che mi trovo abbastanza in linea con il tuo pensiero. Mi piace la storia e l'idea perchè in se ha delle grandi potenzialità, ma non condivido affatto alcuni aspetti da te menzionati: il ruolo dei personaggi secondari, i quesiti senza risposta... Il linguaggio della Radura mi ha poi lasciato esterefatto. Devo però dire che la lettura del secondo libro mi ha coinvolto davvero molto, indubbiamente più del primo. Vengono date risposte e poste nuove domande. Leggerò sicuramente anche il terzo e spero che non mi deluda come per il primo libro.
RispondiEliminaEsatto, penso che le idee di base siano ottime, ma per tutti quei motivi risulta pesantuccio! Ah si? Ecco spero che il secondo non deluda le mie aspettative, speriamo bene :)
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