venerdì 24 luglio 2015

Recensione "La guerra degli elementi. Gli eredi di Atlas" di Veronika Santiago


 

TITOLO:  La Guerra Degli Elementi - Gli Eredi di Atlas
AUTORE: Veronika Santiago
PUBBLICAZIONE:2014
EDITORE: Self Publishing
PAGINE:349
TRAMA
"Scozia. Promesse di successo, di lavoro e di risposte, aiuto per una fuga: così uno sconosciuto convince un'aspirante cantante, un marinaio, una studentessa e un rampollo ricoverato in una clinica psichiatrica a seguirlo su un'isola che è ovunque e in nessun luogo: OgniDove. Là Aisha, Dean, Aurora e Duncan scopriranno il vero motivo per il quale sono stati condotti con l'inganno ai margini del mondo: la storia è incompleta. I dieci Reggenti dell'antica Atlas, all'apice della grandezza, si sono dati battaglia fino all'annientamento ma il loro potere sugli elementi non è andato perduto. Non sarà facile accettare di essere Eredi di un così gravoso fardello: tra dubbi e insicurezze, aiutati dagli abitanti di OgniDove, discendenti dei superstiti di Atlas, i ragazzi cominceranno l'addestramento per risvegliare le loro facoltà. Ma gli elementi sono cinque: dove si trova l'Erede dell'Etere? E quali sono i pianti degli altri Eredi? Inizierà così una lotta contro il tempo alla ricerca dell'Etere."

Buongiorno cari lettori! Con voi oggi il libro di una scrittrice emergente che ha avuto il coraggio e la forza di autopubblicarsi e farsi conoscere! Le auguriamo un profondo in bocca al lupo, ma non perdiamo tempo e parliamo della sua opera!

La Guerra degli Elementi penso nasca da un'ottima intuizione e idea, geniale direi! Un fantasy moderno e per di più italiano! Pazzesco, no? 

Si parte con il conoscere ognuno dei personaggi: prima si parla di Aisha, poi di Aurora e Duncan, infine di Dean. La prima parte del libro infatti ha lo scopo di introdurci nella storia, a presentarci i protagonisti e sopratutto ad iniziare ad avere un quadro generale della situazione. Le diverse storie di vita dei quattro ragazzi si alternano di pagina in pagina, non c'è continuità ed è una cosa che personalmente mi rallenta la lettura. Infatti la prima parte è stata abbastanza faticosa da portare a termine: troppe distrazioni, troppe poche risposte, troppa confusione. La seconda parte invece ci proietta finalmente nel regno di Atlas, dove arrivano le risposte e dove si può parlare di fantasy! Ognuno di loro racchiude in sè poteri strabilianti che hanno a che fare con la natura, c'è una guerra in corso e loro devono essere all'altezza per affrontarla quando sarà il momento. Come dicevo, le idee di base sono ottime, avvincenti ed anche se qualcuno può uscire con commenti come "già visto", "banale", beh...è un clichè che non stanca mai credetemi. Oltretutto ogni personaggio racchiude una personalità differente, e sarà difficile per il lettore non amarne almeno uno, o addirittura immedesimarsi! Aisha è testarda, coraggiosa, temeraria, Aurora invece è l'esatto opposto: delicata, posata, legata strettamente a ciò che conosce e non può darle sorprese, la razionalità fatta a persona insomma.
"Non era permesso al personale do instaurare rapporti personali con i pazienti se non a fini terapeutici, ma lei scusò sè stessa pensando che dopotutto era solo una donna delle pulizie e non aveva senso che quella regola valesse anche per lei. La sua mente era diventata un'aula di tribunale dove si dibatteva sulla sua colpevolezza. L'accusa, portata avanti dall'Avvocato Razionalità, dava fondo ai suoi trucchi più spietati, mentre la difesa, affidata a Istinto, resisteva fieramente sferrando controffensive micidiali, finchè non arrivò la sentenza del giudice: assolta." 
 Dean è chiuso in sè stesso, acido a tratti, diffidente e tuttavia tranquillo se lasciato nel suo. Duncan è una vera e propria esplosione di carattere! Chissà quale dei quattro ho preferito, vero? Se mi conoscete un minimo saprete già la risposta. Tuttavia, come dicevo, ognuno di loro essendo così diverso può arrivare dritto al cuore a qualsiasi fascia di lettore. Un altro punto a favore di questo libro è la cartina. Sì, può sembrare una sciocchezza, ma secondo me ogni fantasy che si rispetti necessita di una mappa. Ebbene, La Guerra degli Elementi è fornita di una mappa su cui è rappresentata l'isola OgniDove. Mentre leggevo l'avevo sempre sotto portata di mano, perchè ad ogni spostamento dei ragazzi io li seguivo tra i boschi abitati dai folletti, fino al castello o all'altopiano di Menrir, e poi su a nord verso il Tempio. E' meraviglioso visualizzare, concretizzare ciò che viene raccontato!
Per quanto riguarda lo stile di scrittura ho qualche nota da fare: non sempre i dialoghi sono brillanti, a tratti li ho trovati stucchevoli. Non molto piacevole è stato anche il continuo cambio di prospettiva, cioè il cambiare ogni volta scena. Prima Duncan, poi Aurora, Aisha, Duncan e di nuovo a rotazione...personalmente, come ho già detto, è stato ben difficile rimanere concentrata. Anche le spiegazioni che vengono date ai ragazzi ad ogni domanda sono parecchio confusionarie e sbrodolate. Vero è che l'intera storia ruota intorno a misteri, a fatti avvenuti secoli prima, ma per ogni semplice domanda ci sono pagine di risposta in dialogo con nomi, cose, e concetti troppo complicati da assimilare così di colpo. Sarebbe stato molto meglio vederli semplificati, spezzettati piuttosto, oppure spiegati in modo più chiaro. Le descrizioni di luoghi e ambienti non sono sempre state previste con attenzione, ma di molte me ne sono letteralmente innamorata.
"Non c'erano le solite assi di legno o mattonelle in cotto come ci si poteva aspettare: il pavimento era interamente ricoperto di piccoli tasselli di pietre dure. Un mosaico smisurato decorava ogni parte del calpestio con scene tratte da un mondo popolato da creature  fatate e boschi incantati. Il mondo che vedeva nei suoi sogni. Non sono così originale come credevo, pensò mentre ammirava splendide figure in quarzo rosa vestite di madreperla, che si rincorrevano sotto i cieli sfumati di calcedonio attraverso foreste di giada e occhi di tigre. E ancora tramonti infuocati di corniola e tenui albe di ametista, sopra oceani d'acquamarina. E infine notti di ossidiana illuminate da falò di diaspro alimentati da venti di cristallo di rocca."
Dopo questo spettacolare scenario, concludo dicendo che a parte qualche piccolo dettaglio il libro è stato concepito con ottime idee di base, è una lettura piuttosto piacevole!
IL MIO VOTO


La mia recensione

Buongiorno lettori!!!Come state? Oggi vi parlo di “Gli eredi di Atlas”  romanzo d'esordio, primo della serie “La guerra degli elementi”, di un'autrice italiana che ha auto pubblicato questo romanzo , ovvero Veronika Santiago.
Ho sempre trovato affascinate il tema degli elementi, probabilmente perché ne siamo circondati e  hanno quel fascino che ci incanta: la nuvoletta di fumo che esce quando paliamo e fuori si gela, lo scoppiettare delle scintille di un fuoco etc.
La storia è ambientata in Scozia e i nostri 4 protagonisti (Aisha, Dean, Aurora e Duncan) vengono tutti avvicinati da uno sconosciuto che gli promette lavoro, aiuto, una fuga e il successo; infatti i nostri protagonisti hanno storie e desideri diversi: Aisha vuol diventare una famosa cantante, Dean sta cercando lavoro come marinaio, Duncan vuole scappare dal centro di cura in cui è stato richiuso e Aurora si rende conto che le stanno capitando cose folli ma non riesce a capire il motivo. Spinti dai loro desideri i nostri ragazzi lo seguono e arrivano nella misteriosa isola di OgniDove: un'isola che è ovunque e in nessun luogo.
Pur non sapendolo i ragazzi sono le reincarnazioni dei reggenti che un tempo governavano Atlas, ma che una cruenta battaglia li ha visti perire. Ogni elemento aveva due reggenti e questo vuol dire che ci sono altri eredi in giro per il mondo con il loro stessi poteri. Aisha ha il potere della Terra, Duncan del fuoco, Aurora dell'aria e Dean dell'acqua; dove sono finiti i loro compagni e che fine ha fatto l'erede dell'etere?

“Il vento mi sussurra storia arcana, mi sibila all’orecchio echi di terribili battaglie, annunciandomi lo scatenarsi degli eventi. L’avversario, però, si cela nell’ombrane non riesco a percepire la sua essenza. I folletti, miei fratelli, non scherzano più nella foresta come un tempo, facendo innocui dispetti a passanti distratti, non si sentono più risate dietro foglie e cespugli e raramente si mostrano. Non sono segnali d’armonia.”

Ecco questo è ciò che si chiedono i ragazzi e che cercheranno di scoprire nella terza ed ultima parte del libro, anche se a mio avviso la parte centrale è quella più rivelatrice sui nostri protagonisti. Infatti se Duncan e Aisha non ci mettono molto a voler scoprire di più sui loro poteri, sul loro passato e non vedono l'ora di incominciare l'addestramento, Dean e Aurora sono spaventati, increduli e per nulla inclini a voler essere degli eredi.
Ma ognuno ha due possibilità davanti alle proprie paure: soccombere o combatterle. Cosa sceglieranno i nostri protagonisti? Facile immaginarlo ovviamente, ma non senza un costante  freno che li rallenterà nell'apprendere.

“La paura si fa largo in me, il terrore che la mia punizione sia continuare a vivere con questo tormento incessante, esistenza dopo esistenza, fino all’espiazione”

I personaggi sono il punto forte del romanzo: sono così reali che sembrano essere dei nostri conoscenti. Sono tutti  tormentati da qualcosa, determinati, timorosi, insicuri, spaventati e inconsapevoli del potere che hanno. Non sono dei veri “eroi”  ma sono costretti a diventarlo  per necessità. Se devo scegliere qualcuno a cui mi sono affezionata particolarmente, bhé è Dean ( e non il bel Duncan come potevate immaginare).Per prima cosa il suo elemento fra tutti è il mio preferito e in secondo luogo la sua trasformazione durante la storia è lenta ma coinvolgente, quasi reale nella sua paura di non essere all'altezza. A mio avviso è il personaggio che è maturato di più in tutto il romanzo.
Duncan è bello, arrogante, sicuro, determinato, insomma è una personalità forte che è difficile ignorare. Aisha è esattamente la sua controparte femminile, solo più educata.
Aurora è la più fragile, problematica; ha il terrore di non essere adeguata, di essere sempre giudicata dai suoi compagni d'avventura, terrorizzata di non essere alla loro altezza e questa sua insicurezza se la porta dietro per tutta la storia.
Ho trovato particolarmente interessante la parte storica della vicenda, che rimane molto incompleta: da chi è stata causata la guerra che ha distrutto Atlas? Perché ci hanno messo così tanto i reggenti a reincarnarsi? Chi è questo nemico che ha plagiato la mente degli altri eredi? Ecco queste domande non hanno trovato ancora risposta. Tutto è spiegato a grandi linee per lasciare che il mistero prosegua nel prossimo libro “Il varco dell'apocalisse”.
Concludendo “Gli eredi di Atlas” è un romanzo fantasy ben scritto, le descrizioni sono talmente fatte bene che vi sembrerà che si dipingano davanti a voi mentre state leggendo.

IL MIO VOTO 

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